Scars of Art –Cipro
(cicatrici d’arte): documentario sui processi artistici nelle zone di conflitto. «Se il mondo fosse chiaro, l’arte non esisterebbe.» Albert Camus
Perché un documentario su Cipro?
Il progetto «Scars of Art» nasce nel 2014, durante un viaggio a Cipro e dall’incontro con Efthymios Symeou, artista contemporaneo di Larnaka specializzato in ceramica. Sentirlo parlare di sé e della sua storia è stato illuminante: nonostante le nostre domande sul suo lavoro artistico, le sue risposte tornavano sempre alla storia di Cipro e al conflitto che ancora oggi la divide a metà tra la parte greca e quella turca. In quell’incontro abbiamo capito il legame indissolubile che lega ogni artista alla propria storia, soprattutto quando questa è segnata da eventi traumatici come una guerra. Da qui la decisione di investire risorse nella ricerca e nell’analisi dei rapporti tra guerra e arte contemporanea, un’intuizione dettata dalla sensazione che l’arte possa essere letta anche come la rielaborazione di un trauma collettivo. La potenza del gesto artistico, spesso erroneamente considerato un semplice gesto individuale, è sintesi di un vissuto che abbraccia tutta la società del quale l’artista è espressione. Quale impatto ha avuto negli artisti un evento come una guerra civile? O un’invasione militare? Quali cicatrici ha lasciato nel loro immaginario? Come si traducono queste cicatrici nel loro gesto artistico, magari a vent’anni dalla violenza? Un quesito cosi importante e coinvolgente merita un documentario.
Cosa abbiamo fatto fino ad ora?
Il progetto di un documentario ha appassionato subito tutti i membri del nostro collettivo, portandoci a girare già il giorno successivo all’incontro con Efthymios Symeou una breve intervista per cominciare ad avere uno «studio» sulla realizzazione del film.
Il video realizzato è un’intervista di dieci minuti inframezzata da immagini di Cipro contemporanee e d’archivio: nella parte conclusiva ci sono le riprese delle opere in ceramica di Efthymios stesso, statue e forme che sembrano voler tornare all’origine dell’arte indoeuropa, quando l’Oriente e l’Occidente non erano due mondi distinti ma anzi il Mediterraneo era un luogo comune dove molti popoli stavano scoprendo la loro identità.
Perché ci serve il vostro aiuto?
Vogliamo raccogliere fondi per raccontare questa storia al mondo, vogliamo raccontare come l’arte sia un’espressione intima e personale che cerca di portare a galla problemi culturali e sociali insoluti, un mezzo potente che abbatte le barriere politiche e sociali.
L’arte come strumento per costruire ponti che oltrepassano barriere, per riunire con la Bellezza popoli che sono stati divisi con la violenza. Per fare questo servono CHF 20’000.
Gli sponsor e le fondazioni che appoggiano questo progetto provvederanno a finanziare con CHF 10’000 il progetto, mentre la casa di produzione Akra Studios investirà altri CHF 5’000.
I CHF 5’000 che mancano speriamo di riceverli dai vostri contributi, per i quali abbiamo preparato grandi premi!