Hyänen spielen eine wichtige Rolle für das Gleichgewicht des afrikanischen Ökosystems. Unterstütze mich bei der Erforschung des Jagdverhaltens von Tüpfelhyänen in Südafrika!

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Erfolgreich abgeschlossen am 22.10.2023

Addio Addo... / Tschüss Addo... (Deutsch siehe unten)Von Raffaele Morisoli, am 08.04.2024

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Ciao a tutti,

questa purtroppo è l’ultima volta che vi scrivo dal Sudafrica. Domani mattina dopo 3 mesi lascerò l’Addo Elephant National Park e le sue iene. Il tempo è volato, mi ricordo come se fosse ieri il primo giorno qua in Sudafrica, un po’ impaurito per quello che mi avrebbe aspettato ma anche pieno di curiosità e impaziente di cominciare la mia ricerca e finalmente essere a contatto con gli animali che a lungo ho aspettato di incontrare. Ora guardando indietro posso solamente dire di essere felicissimo di aver intrapreso questa avventura, che rifarei altre mille volte, senza cambiare una virgola. Certo, mi sarebbe piaciuto trovare qualche carcassa in più, ma non rimpiango un singolo momento passato qua. Ho avuto il privilegio, grazie a voi, di incoronare il mio sogno, una fortuna di cui sarò eternamente grato. Ho incontrato tanti animali affascinanti (che per fortuna non mi hanno mai fatto niente di male), persone stupende con cui mi sono divertito un sacco e culture e modi di vivere semplici ma essenziali. Quello che ho vissuto e imparato qui me lo porterò dentro per il resto della vita, esperienze che non avrei mai vissuto altrimenti, come toccare alcuni tra gli animali più pericolosi in Africa, giocare a calcio in un altro continente (vincendo…) e grigliare in qualsiasi occasione! Facendo ricerca mi sono goduto appieno il parco e ho imparato molto a rispettare e ammirare gli animali che lo abitano.

Domani mattina partirò con Heston verso il Kruger, con alcune tappe prima di raggiungere questo enorme parco nazionale, per godermi più che posso il poco tempo che mi resta qua in Sudafrica.

Vi scriverò ancora un’ultima volta quando rientrerò in Svizzera, dopo l’analisi dei dati, per aggiornarvi sui risultati della mia ricerca.

Nel frattempo vi voglio ringraziare ancora una volta di cuore per il vostro enorme sostegno, avete reso possibile il sogno di un bambino!

Alla prossima!


Hallo zäme,

dies ist leider das letzte Mal, dass ich euch aus Südafrika schreibe. Morgen früh werde ich nach drei Monaten den Addo Elephant National Park und seine Hyänen verlassen. Die Zeit ist wie im Fluge vergangen, ich erinnere mich an meinen ersten Tag hier in Südafrika, als wäre es gestern gewesen: ein bisschen Angst vor dem, was mich erwartete, aber auch voller Neugier und Ungeduld, mit meinen Forschungen zu beginnen und endlich mit den Tieren in Kontakt zu kommen, auf die ich so lange gewartet hatte.

Rückblickend kann ich nur sagen, dass ich überglücklich bin, mich auf dieses Abenteuer eingelassen zu haben. Ich würde es tausendmal wiederholen, ohne ein Komma zu ändern. Natürlich hätte ich gerne noch ein paar Aase mehr gefunden, aber ich bereue keinen einzigen Moment, den ich hier verbracht habe.

Dank Euch und Eurer Hilfe hatte ich das Privileg, meinen Traum zu krönen, und dafür werde ich ewig dankbar sein. Ich habe viele faszinierende Tiere kennengelernt (die mir zum Glück nie etwas angetan haben), wunderbare Menschen, mit denen ich viel Spass hatte und von denen ich auch viel lernen durfte, sowie einfache, aber wichtige Kulturen und Lebensweisen. Was ich hier erlebt und gelernt habe, werde ich auf meinen restlichen Lebensweg mitnehmen, z.B. Erfahrungen, die ich sonst nie gemacht hätte, wie einige der gefährlichsten Tiere Afrikas zu berühren, auf einem anderen Kontinent Fussball zu spielen (und zu gewinnen…) und bei jeder Gelegenheit zu grillen! Durch meine Forschungsarbeit habe ich den Park sehr genossen und viel über den Respekt und die Bewunderung für die Tiere gelernt, die dort leben.

Morgen früh werde ich mit meinem ständigen Begleiter Heston noch eine Woche Ferien machen und mir den berühmtesten Nationalpark Südafrikas, den Krüger-Park ansehen, bevor ich dann heimfliege. Auf dem (langen) Weg zum Krüger-Park machen wir ein paar Etappen in anderen Reservaten, um jede Minute auszunutzen, die ich noch in Südafrika sein darf.

Nach meiner Rückkehr in die Schweiz und nach der Analyse der Daten, die ich gesammelt habe, werde ich Euch noch eine letzte Aktualisierung über mein Forschungsprojekt schicken.

In der Zwischenzeit möchte ich allen noch einmal für Eure wertvolle Unterstützung danken. Ihr habt mir geholfen, einen Jugendtraum zu verwirklichen.

Bis in ein paar Wochen, mit lieben Grüssen,

Raffaele

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Ciao a tutti!

La mia avventura sta giungendo piano piano al termine, ciononostante non smette di nascondere delle sorprese. La settimana scorsa abbiamo cominciato a catturare alcune delle iene per traslocarle in un’altra riserva. Qui nell’AENP sono diventate troppe e stanno decimando troppo velocemente le popolazioni di prede. Per rallentare questo fenomeno, vengono rimossi gli esemplari che non occupano un posto elevato nella gerarchia del clan a cui appartengono. Se si rimuovesse un individuo dominante, il clan si spaccherebbe in nuovi clan più piccoli, ognuno dei quali sarebbe pronto a riprodursi e dare vita a nuovi cuccioli. In questo modo si otterrebbe esattamente l’effetto opposto a quello desiderato. Infatti, nelle iene maculate solo gli esemplari dominanti hanno il diritto di riprodursi, e con più clan ci sarebbero più individui dominanti e di conseguenza nuove cucciolate.

Detto ciò, spazio al procedimento per la cattura. Appena cala la notte viene scelto un luogo senza troppa boscaglia e si attirano le iene con una carcassa di zebra o di un’altra grossa preda. Le iene sentono il profumo di carne fresca da una distanza notevole, ma per attirare maggiormente la loro attenzione viene riprodotto con un altoparlante un «richiamo» che può essere il verso di iene fittizie o i gemiti di un animale morente. Dopodiché si aspetta che arrivino, solitamente non ci impiegano più di una mezzoretta. Una volta avvistate le si osserva per un breve periodo, studiando il loro comportamento: gli individui che approcciano per primi la carcassa sono i dominanti o i loro diretti discendenti, mentre quelli che aspettano il proprio turno a distanza di qualche decina di metri sono i subordinati, ovvero i bersagli. Una volta scelto l’esemplare da traslocare tra i subordinati, il veterinario lo colpisce con un dardo sedativo. All’impatto, la iena colpita cerca di levarselo e di scappare, per questo si sceglie un sito aperto e senza boscaglia, così da non perderla di vista mentre il dardo fa effetto. Dopo qualche minuto, la iena cade al suolo dormiente, e a questo punto scendiamo dalle nostre macchine e la carichiamo in una piccola gabbia apposita. In questo modo abbiamo cercato di catturare tre esemplari da un clan e altri tre da un altro clan per evitare di decimarne solo uno. Putroppo in ben quattro notti non siamo ancora riusciti a catturare tutte le iene previste, a causa di dosi di sedativo troppo basse o perché le iene non colpite avevano capito le nostre intenzioni e ci stavano alla larga.

Nonostante i fallimenti, è stata un’esperienza bellissima ed un privilegio aver potuto toccare l’animale che sono venuto qui a studiare. Le iene puzzano tremendamente, e vedendole da vicino ho potuto notare che gli artigli non sono per niente affilati, assomigliano molto a quelli di un cane, il che significa che per uccidere le loro prede hanno a disposizione solo esclusivamente i denti. È risaputo che le iene posseggono uno dei morsi più potenti tra i mammiferi, in grado di frantumare ossa e perfino un mattone. Dopo aver toccato con mano propria i muscoli mascellari di una iena sedata vi assicuro che non c’è niente di inventato: sono duri come sassi!

Per il momento è tutto, e tra poco meno di due settimane la mia avventura nell’Addo Elephant National Park sarà purtroppo già finita. Gli ultimi giorni saranno abbastanza impegnativi, perché cercherò di terminare con un buon numero di dati. Prima del mio rientro a casa farò un piccolo tour in altri parchi per cercare di vedere altri animali.

A presto!


Hallo zäme!

Mein Abenteuer neigt sich allmählich dem Ende zu, doch es hält immer wieder Überraschungen bereit. Letzte Woche haben wir damit begonnen, einige Hyänen zu fangen, um sie in ein anderes Reservat zu bringen. Hier im AENP sind sie zu zahlreich geworden und dezimieren die Beutepopulationen zu schnell. Daher werden einige von ihnen verlegt, und zwar diejenigen, die in der Hierarchie des Clans, dem sie angehören, keinen hohen Platz einnehmen. Würde ein dominantes Individuum entfernt, würde sich der Clan in neue, kleinere Clans aufspalten, von denen jeder bereit wäre, sich fortzupflanzen und neue Jungtiere zu gebären. Dies hätte genau den gegenteiligen Effekt als den gewünschten. Tatsächlich haben bei Tüpfelhyänen nur die dominanten Exemplare das Recht, sich fortzupflanzen, und mit mehr Clans gäbe es mehr dominante Individuen und folglich neue Würfe.

Die Hyänenjagd geht so vor sich: Bei Einbruch der Dunkelheit sucht man sich einen Platz ohne viel Buschwerk aus und lockt die Hyänen mit einem Zebrakadaver oder einer anderen grossen Beute an. Die Hyänen riechen den Geruch von frischem Fleisch schon von weitem, aber als zusätzliches Lockmittel wird über einen Lautsprecher ein «Ruf» abgespielt, bei dem es sich um den fiktiven Schrei einer Hyäne oder das Stöhnen eines sterbenden Tieres handeln kann. Dann wartet man auf die Ankunft der Hyänen, was in der Regel nicht länger als eine halbe Stunde dauert. Sobald sie in Sichtweite auftauchen, werden sie zuerst eine Weile lang beobachtet, um ihr Verhalten zu studieren: Die Individuen, die sich dem Kadaver zuerst nähern, sind die dominanten Tiere oder ihre direkten Nachkommen, während diejenigen, die in einer Entfernung von einigen Dutzend Metern warten, bis sie an der Reihe sind, die Untergebenen sind. Diese zweitrangigen Tiere sind dazu geeignet, eingefangen und verlegt zu werden. Sobald das richtige Exemplar unter den Untergebenen ausgewählt wird, feuert der Tierarzt einen Pfeil mit einem Betäubungsmittel ab. Die angeschlagene Hyäne versucht zuerst auszuweichen und wegzulaufen. Daher wird ein offener Platz ohne Gestrüpp gewählt, damit man sie nicht aus den Augen verliert, während der Pfeil seine Wirkung entfaltet. Nach ein paar Minuten fällt die Hyäne schlafend zu Boden. Erst dann kann man aus dem Auto aussteigen und das Tier in einen kleinen Käfig laden. Wir haben vier Nächte lang versucht, insgesamt sechs Individuen einzufangen, jeweils drei von einem Clan. Auf diese Weise sollte nicht nur eine einzige Gruppe dezimiert werden. Leider gelang es uns nicht, sondern wir fingen nur drei Tiere ein, entweder weil die Dosis des Beruhigungsmittels zu niedrig war oder weil die Hyänen unsere Absichten erkannt hatten und sich von uns fernhielten.

Trotz der Misserfolge war es eine wunderbare Erfahrung und ein unglaubliches Privileg, dass ich das Tier, das ich studieren wollte, mit eigenen Händen anfassen durfte. Hyänen stinken fürchterlich, und als ich sie aus der Nähe sah, konnte ich feststellen, dass ihre Krallen überhaupt nicht scharf sind, sondern eher wie die eines Hundes aussehen, was bedeutet, dass sie beim Jagen ihre Beute nur mit den Zähnen töten können. Hyänen sind für ihre starke Beisskraft bekannt, die zu den stärksten aller Säugetiere gehört, mit der sie Knochen und sogar einen Ziegelstein zertrümmern können. Nachdem ich die Kiefermuskeln einer betäubten Hyäne mit meinen eigenen Händen berührt habe, kann ich Euch versichern, dass die Aussage den Tatsachen entspricht: Sie sind hart wie Stein!

Das ist alles für den Moment. In gut einer Woche ist mein wissenschaftliches Abenteuer im Addo Elephant National Park leider schon vorbei. Die letzten Tage werden intensiv sein, weil ich noch versuche, möglichst viel von meinen Arbeiten abzuschliessen. Vor dem Heimflug mache ich noch einen kurzen Abstecher in anderen Parksc, um andere Tiere zu beobachten.

Bis bald!

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Ciao a tutti!

Le ultime due settimane qui nel parco sono state molto movimentate. I ranger e la squadra addetta alla salvaguardia dei rinoceronti neri erano indaffarati nella cattura di questi animali per traslocarli in altri parchi o per marcarli così da tenere d’occhio il loro numero nel parco. Si tratta di una specie altamente a rischio di bracconaggio ed estinzione, è dunque necessario sapere esattamente quanti ce ne sono nel parco per poterli proteggere e aiutare nel ripopolamento.

Un giorno ho avuto la fortuna di poter assistere al cosiddetto «notching», ovvero la pratica di trovare, sedare e marcare i rinoceronti. In questo processo, il capo della squadra e un veterinario volano con l’elicottero sopra il parco alla ricerca di giovani rinoceronti non ancora marcati. Trovato un «bersaglio», lo sedano con un apposito dardo, dopodiché accade tutto in un battibaleno: la squadra di terra (di cui ho fatto parte anche io) raggiunge il rinoceronte, ormai dormiente, il più in fretta possibile e preleva campioni di sangue e peli per analisi sulla salute e lo stato dell’individuo. Nel mentre, il rinoceronte viene marcato con dei piccoli intagli sulle orecchie assolutamente non invasivi, come farsi l’orecchino per intenderci, così da essere riconosciuto quando avvistato in futuro. Il mio ruolo in tutto questo era di spostare i rami del cespuglio su cui era caduto addormentato il rinoceronte, per evitare che si facesse del male una volta risvegliato, e di spostare le sue zampe in una posizione che non si danneggiassero. Una volta terminate tutte le procedure ci si allontana velocemente, perché non si sa mai se il rinoceronte si sveglia prima del previsto. L’ultimo a lasciare il set è il veterinario, che con un antidoto risveglia il rinoceronte e se ne torna in cielo con l’elicottero.

È stato un vero privilegio prendere parte a questo evento, un’esperienza unica. Essere così vicino ad un bestione del genere e poterlo toccare con le mie mani è stato fantastico, anche se mentre tenevo ferme le sue zampe pensavo tra me e me che se si fosse risvegliato di colpo, la prossima carcassa per le iene sarei stato senza dubbio io stesso. Mentre dormiva tranquillo si sentiva il suo respiro, e ogni tanto gli partiva uno sbuffo che sembrava come se si stesse svegliando, il che faceva rabbrividire. Mi ha impressionato la sua stazza e il peso delle sue zampe, che seppur usando tutta la forza che avevo per spostarle non c’era verso di danneggiarle, per fortuna. La pelle era spessa e durissima su tutto il corpo tranne che sotto le ascelle, dove era più fine e infatti ricoperta di zecche parassite. Purtroppo, ma anche comprensibilmente, per motivi di sicurezza il parco non concede la pubblicazione di foto di rinoceronti e delle attività ad essi legate.

Oltre a questa bellissima esperienza, ieri abbiamo trovato un’antilope alcina uccisa da un leone maschio quattro giorni fa, e il felino si trovava ancora lì, sdraiato a pochi metri dalla carcassa mezza sbranata, con la pancia piena. Così ci siamo tornati di notte sperando di vedere un po’ di azione e litigi tra il leone e le iene, ma non c’è stato verso. Nel momento in cui tre iene hanno accennato ad avvicinarsi alla carcassa, il leone con qualche ruggito ha fatto capire loro chi comanda, dopodiché non è più successo nulla. È risaputo infatti che la mera presenza di un leone maschio ad una carcassa fa passare la voglia alle iene di rubargliela, perché è troppo forte per loro. Così ce ne siamo tornati a casa con qualche foto del leone come premio di consolazione.

Per il momento è tutto, alla prossima!


Hallo zusammen!

In den letzten zwei Wochen war hier im Park viel los. Die Ranger und das Team, das sich um den Schutz der schwarzen Nashörner kümmert, waren damit beschäftigt, diese Tiere einzufangen, um sie in andere Parks umzusiedeln oder zu markieren, um ihre Anzahl im Park im Auge zu behalten. Es handelt sich um eine stark gefährdete Art, die durch Wilderei und vom Aussterben bedroht ist. Daher ist es wichtig zu wissen, wie viele Nashörner sich im Park befinden, um sie zu schützen und bei der Wiederansiedlung zu unterstützen.

Eines Tages hatte ich das Glück, beim sogenannten «Notching» dabei zu sein. Dabei handelt es sich um die Praxis, junge Nashörner aufzuspüren, zu betäuben und zu markieren. Bei diesem Prozess fliegen der Teamleiter und ein Tierarzt mit dem Helikopter über den Park, um nach noch nicht markierten Nashörnern zu suchen. Wenn ein «Zielobjekt» gefunden wird, wird es mit einem speziellen Pfeil betäubt. Dann geht alles sehr schnell: Das Bodenteam (zu dem auch ich gehörte) erreicht das bereits schlafende Nashorn so schnell wie möglich und entnimmt Blut- und Haarproben zur Analyse des Gesundheitszustandes. Währenddessen wird das Nashorn mit kleinen, nicht invasiven Einschnitten an den Ohren markiert, ähnlich wie beim Stechen eines Ohrrings, damit es in Zukunft wiedererkannt werden kann. Meine Aufgabe bestand darin, die Zweige des Busches, auf dem das Nashorn eingeschlafen war, zu verschieben, um zu verhindern, dass es sich beim Aufwachen verletzt, und seine Beine in eine Position zu bringen, in der sie keinen Schaden nehmen. Nach Abschluss aller Verfahren entfernt sich unser Team schnell, denn man weiss nie, ob das Nashorn früher als erwartet aufwacht. Der Tierarzt, der als Letzter geht, weckt das Nashorn mit einem Gegenmittel auf und eilt dann zum Helikopter, der sogleich abhebt.

Es war ein echtes Privileg, an diesem Ereignis teilzunehmen, eine einzigartige Erfahrung. So nah an einem solchen Giganten zu sein und ihn mit meinen eigenen Händen berühren zu können, war fantastisch. Obwohl mir beim Festhalten seiner Beine der Gedanke durch den Kopf ging, dass ich zweifellos die nächste Beute für die Hyänen wäre, wenn das Nashorn plötzlich aufwachte. Während es friedlich schlief, konnte man seinen Atem hören, und ab und zu entwich ihm ein Schnauben, als würde es aufwachen, was mich erschaudern liess. Seine Grösse und das Gewicht seiner Beine haben mich beeindruckt. Selbst wenn ich meine ganze Kraft aufbringen würde, könnte ich ihm nichts anhaben, zum Glück. Die Haut war überall dick und hart, ausser unter den Achseln, wo sie dünner und von parasitären Zecken bedeckt war. Leider, aber auch verständlicherweise, verbietet der Park die Veröffentlichung von Fotos von Nashörner und Aktivitätetn im Zusammenhang mit diesen Tieren.

Neben dieser wundervollen Erfahrung haben wir gestern auch eine Elen-Antilope gefunden, die vor vier Tagen von einem männlichen Löwen gerissen worden war. Der Löwe lag immer noch dort, nur wenige Meter von dem halb zerfetzten Kadaver entfernt, mit vollem Bauch. Also sind wir nachts zurückgekehrt, in der Hoffnung, etwas Action und Streitigkeiten zwischen dem Löwen und den Hyänen zu sehen, aber es hat nicht geklappt. Sobald drei Hyänen versuchten, sich dem Kadaver zu nähern, machte der Löwe mit ein paar Brüllern klar, wer das Sagen hat. Danach passierte nichts mehr. Es ist bekannt, dass die blosse Anwesenheit eines männlichen Löwen an einem Kadaver die Hyänen davon abhält, ihn zu stehlen, weil er zu stark für sie ist. Also sind wir mit ein paar Fotos des Löwen als Trostpreis nach Hause gefahren.

Das war’s für den Moment. Bis bald!

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Ciao a tutti!

Questa settimana è venuto a trovarmi il mio supervisor, prof Radloff, per un paio di giorni. Abbiamo fatto un punto della situazione e siamo andati alla ricerca di carcasse come faccio quotidianamente, trovandone ben due: un alcelafo rosso e un kudu! Il primo si trovava nel territorio sovrapposto a quello dei leoni, ma i felini non sono stati gli artefici della sua morte, infatti hanno un alibi: non si trovavano sulla scena del crimine nelle 24 ore precedenti alla presunta morte della preda, e questo lo sappiamo grazie ai collari GPS. Il kudu invece è stato trovato da tutt’altra parte, lungo la recinzione ovest, opposta al territorio dei leoni. Non è la prima volta che troviamo una carcassa di kudu a pochi metri dalla recinzione in questa zona, e supponiamo che le iene che vi abitano abbiano imparato a spingere questa preda contro i bordi del parco per non lasciarle via di scampo e abbatterla facilmente.

Purtroppo è praticamente impossibile studiare in diretta il comportamento di caccia di questi predatori a causa di una serie di fattori che rendono difficile seguirle da una distanza ravvicinata, quali la loro attività strettamente notturna e la fitta vegetazione del parco. Anche l’utilizzo di telecamere fisse che rilevano il movimento non sarebbe efficace in quanto non è possibile prevedere dove le iene cacceranno ed eventualmente abbatteranno una preda.

Di tanto in tanto, però, capita che le iene caccino durante le prime luci dell’alba o le ultime del tramonto, e recentemente i gerenti del parco hanno osservato un individuo che inseguiva e attaccava uno struzzo, e un altro invece che da solo era addirittura alle prese con un’antilope alcina del peso di circa otto volte superiore al suo! Purtroppo io non ho assistito a queste scene, ma osservazioni del genere, unite alla loro strategia di caccia contro i kudu, fanno capire come oltre ad essere brutte alla vista e malefiche di fama, le iene siano anche delle tenaci, potenti e intelligenti cacciatrici e maestre della sopravvivenza, in grado di adattarsi alle prede e agli ambienti che le circondano.

Per ora è tutto, alla prossima!


Hallo zäme!

Diese Woche kam mein Supervisor, Prof. Radloff, für ein paar Tage zu Besuch. Wir machten eine Bestandsaufnahme meiner Forschungsergebnisse und suchten gemeinsam weiter nach Kadavern, wie ich es täglich tue. Tatsächlich fanden wir sogar zwei: eine rote Kuhantilope und einen Kudu! Erstere befand sich in einem Jagdrevier der Hyänen, das sich mit dem der Löwen überschneidet, aber die Antilope konnte nicht von den Löwen gerissen worden sein, denn diese hatten ein Alibi: Sie waren in den 24 Stunden vor dem mutmasslichen Todeszeitpunkt der Beute gar nicht am Tatort, und das wissen wir dank der GPS-Halsbänder. Der Kudu hingegen wurde woanders gefunden, nämlich entlang des westlichen Zauns, gegenüber dem Revier der Löwen. Es ist nicht das erste Mal, dass wir in diesem Gebiet einen Kudukadaver nur wenige Meter vom Zaun entfernt gefunden haben, und wir vermuten, dass die dort lebenden Hyänen gelernt haben, ihre Beute an den Rand des Parks zu drängen, um ihr keinen Fluchtweg offen zu lassen und sie leicht zu erlegen.

Leider ist es praktisch unmöglich, das Jagdverhalten dieser Raubtiere live zu verfolgen, da es eine Reihe von Faktoren gibt, die es praktisch verunmöglichen, sie aus nächster Nähe zu beobachten, wie etwa ihre strikte Nachtaktivität und die dichte Vegetation des Parks. Selbst der Einsatz von fest installierten Kameras mit Bewegungsmeldern wäre nicht effektiv, da man nie vorhersehen kann, wo die Hyänen jagen und ihre Beute erlegen werden.

Gelegentlich jagen Hyänen jedoch bei Einsetzen der Morgendämmerung oder im letzten Licht der Abenddämmerung, und vor kurzem konnten die Parkmanagers tatsächlich ein Exemplar dabei beobachten, wie es sich an einen Strauss heranpirschte und ihn angriff, und ein anderes packte sogar im Alleingang eine Elenantilope, die etwa achtmal so schwer war wie es selbst! Leider konnte ich diese Szenen nicht miterleben, aber Beobachtungen wie diese und die Jagdstrategie gegen Kudus machen deutlich, dass Hyänen ihrem schlechten Ruf als unsympathische und hässliche Tiere nicht gerecht werden, weil sie auch hartnäckige, starke und intelligente Jäger und Überlebenskünstler sind, die sich an ihre Beute und ihre Umgebung anpassen können.

Das war’s für heute, bis zum nächsten Mal!

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  • Carcassa di antilope alcina / Elen-Antilopen Aas
    Carcassa di antilope alcina / Elen-Antilopen Aas
  • Sezione di peli di alcelafo / Abschnitt von Kuhantilopenhaaren
    Sezione di peli di alcelafo / Abschnitt von Kuhantilopenhaaren

Ciao a tutti,

l’aneddoto dei due bufali avvenuto due settimane fa purtroppo ha segnato l’inizio di un periodo di digiuno per quanto riguarda il numero di nuove carcasse trovate. Infatti, la settimana scorsa non siamo riusciti a trovarne nemmeno una, forse perché a causa del caldo le iene iniziano la ricerca di cibo più tardi la sera e la terminano più presto al mattino, il che per loro significherebbe meno tempo a disposizione per cacciare. Questo potrebbe indurle all’utilizzo di una strategia di caccia mirata ad un consumo minimo di energie e dunque a prede piccole, facili da uccidere e veloci da ingerire, per poi spostarsi velocemente e ritornare alla tana. La conseguenza? Niente clusters, perché le iene non restano abbastanza a lungo alle carcasse per far sì che i collari trasmettano due segnali da lì, dunque per me è impossibile constatare dove potrebbero aver mangiato.

Inoltre, settimana scorsa è stato trovato un elefante morto nel territorio del clan delle iene del sud del parco, il che significa che per le prossime 2 settimane circa queste si ciberanno quasi esclusivamente della carne del pachiderma.

Ormai avvenimenti del genere fanno parte della ricerca scientifica, ma ci sono anche delle buone notizie. Settimana scorsa ho contattato una ditta di tassidermia di Port Elizabeth per farmi dare alcuni peli di tutte le possibili prede delle iene nel parco, così da avere delle referenze per l’analisi dei peli contenuti negli escrementi di iena. I gestori dell’azienda sono stati molto gentili e felici di darmi una mano, così mi hanno gentilmente preparato i peli richiesti. Il loro aiuto mi faciliterà parecchio il lavoro, perché sotto al microscopio è veramente difficile trovare le piccole differenze tra i peli delle varie specie senza una referenza.

Tornando alle carcasse, quattro giorni fa abbiamo aggiunto una nuova specie alla lista delle vittime. Grazie ai segnali GPS abbiamo notato che alle 19:00 una iena si trovava da qualche parte nella boscaglia, mentre nelle successive ore il segnale proveniva da punti differenti, il che significa semplicemente che la iena si stava muovendo nel parco. Fin qui niente di anomalo, finché vediamo che alle 03:00 la iena era tornata nello stesso esatto punto in cui si trovava alle 19:00. Ci deve essere stato sicuramente un motivo per questo suo ritorno, così il giorno seguente abbiamo deciso di curiosare e proprio lì abbiamo trovato una carcassa di antilope alcina con tanto di teschio, spina dorsale, costole, bacino e il resto delle ossa non ancora mangiate sparse qua e là. Da quel giorno abbiamo deciso di visitare anche i punti dove una iena ritorna senza necessariamente formare un cluster di punti successivi. Espandendo così il nostro metodo tentiamo di trovare un maggior numero di carcasse, si vedrà nelle prossime settimane il risultato.

Alla prossima!


Ciao zäme!

Die Anekdote mit den beiden Büffeln vor zwei Wochen markierte leider den Beginn einer Fastenzeit, was die Zahl der neu gefundenen Aas-Reste angeht. Tatsächlich konnte ich in der vergangenen Woche kein einziges finden, was vielleicht daran liegt, dass die Hyänen wegen der grossen Hitze ihre Nahrungssuche später am Abend beginnen und früher am Morgen beenden, was weniger Zeit für die Jagd bedeutet. Vermutlich haben sie ihre Jagdstrategie geändert, um den Energieverbrauch auf ein Minimum zu reduzieren, und sich auf kleine Beutetiere konzentriert, die leicht zu erlegen sind und schnell verschluckt werden können, um dann rasch in den Bau zurückzukehren. Als Folge davon bildeten sie keine Cluster, denn die Hyänen halten sich bei den Kadavern von kleinen Beutetieren nicht lange genug auf, um von ihren Halsbändern zwei Signale zu senden. Ich kann also nicht sehen, wo sie gefressen haben könnten.

Ausserdem wurde letzte Woche im Jagdrevier des südlichen Hyänenclans des Parks ein Elefant tot aufgefunden, was bedeutet, dass sich diese Hyänengruppe in den nächsten zwei Wochen fast ausschliesslich vom Fleisch des Dickhäuters ernähren wird.

Solche Rückschläge gehören in der wissenschaftlichen Forschung halt zum Alltag, aber es gibt auch gute Nachrichten. Letzte Woche habe ich mich an einen Betrieb für Tierpräparation in Port Elizabeth gewandt und um ein paar Büschel Haare von den verschiedensten Beutetieren von Hyänen im Addo-Park gebeten. Die Haare dienen mir als Referenzen für die Analysen der Haare, die ich im Hyänenkot finde. Die Verantwortlichen waren sehr freundlich und hilfsbereit, und sie bereiteten die gewünschten Büschel für mich vor. Ihre Hilfe wird mir die Arbeit sehr erleichtern, denn unter dem Mikroskop ist es wirklich schwierig, ohne Referenz die kleinen Unterschiede zwischen den Haaren der verschiedenen Tierarten zu erkennen.

Um auf die Kadaver zurückzukommen: Vor vier Tagen haben wir jedoch eine neue Tierart auf die Liste der Opfer setzen können. Dank der GPS-Signale konnten wir feststellen, dass sich um 19:00 Uhr eine Hyäne irgendwo im Busch aufhielt, während in den folgenden Stunden das Signal von verschiedenen Punkten kam, was einfach bedeutet, dass sich die Hyäne durch den Park bewegte. Soweit nichts Ungewöhnliches, bis wir sahen, dass die Hyäne um 03:00 Uhr genau an die Stelle zurückgekehrte, an der sie um 19:00 Uhr war. Für diese Rückkehr musste es einen Grund gegeben haben, und so beschloss ich am nächsten Tag, mich umzusehen, und mit meinem Begleiter Heston fanden wir genau an dieser Stelle den Kadaver einer Elen-Antilope, und zwar komplett mit Schädel, Wirbelsäule, Rippen, Becken und den restlichen, darum herum verstreuten, nicht gefressenen Knochen. Von diesem Tag an beschloss ich nach Rücksprache mit Prof. Radloff, auch die Stellen aufzusuchen, an eine einzelne Hyäne zurückkehrt, ohne unbedingt eine Gruppe zu bilden. Indem wir unsere Methode auf diese Weise erweitern, hoffen wir mehr Kadaver zu finden; das Ergebnis werden wir in den kommenden Wochen sehen.

Bis bald! Ciao!

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Ciao a tutti!

sono già passate tre settimane dal mio arrivo in Sudafrica. Il clima sta diventando via via sempre più secco e le temperature si stanno alzando a toccare quasi i 40°C, ma per fortuna la sera si rinfresca velocemente e si sta molto bene.

Per quanto riguarda i risultati delle mie disavventure non è cambiato molto dall’ultima volta, ogni tanto si trova una carcassa, altre volte purtroppo no. Ci sono però anche giornate molto soddisfacenti, una su tutte quella di giovedì 25 gennaio. Quel giorno abbiamo visitato come al solito i clusters formati dalle iene le notti precedenti. Uno di questi clusters si trovava a pochi metri da una strada interna del parco, così l’abbiamo raggiunto facilmente e, una volta sul posto, Heston ed io abbiamo subito intravisto il corpo morto di un imponente bufalo nella boscaglia. Avvicinandoci per cercare di ricostruire gli avvenimenti, siamo rimasti increduli nel vedere che quello che pensavamo fosse il corpo di un bufalo in realtà era… il corpo di due bufali, con le corna incastrate e conficcate uno nel cranio dell’altro! Molto probabilmente i due bovini stavano combattendo per il territorio, e nella lotta possono essere successe due cose: si sono uccisi a vicenda e poi sono arrivate le iene fiutando l’odore di morte, oppure incastrandosi a vicenda non hanno potuto difendersi dalle iene che, cogliendo l’occasione, hanno cominciato a sbranarli vivi da dietro. Purtroppo è difficile stabilire con esattezza cosa sia successo veramente. In ogni caso, sapevamo che la sera del giorno stesso le iene sarebbero tornate per finire il pasto (i bufali del parco possono pesare fino a 750 kg, quindi potete immaginare quanta carne e ossa c’erano da spazzare via…), così non abbiamo voluto perdere l’occasione di vederle dal vivo e siamo tornati sulla scena del crimine al calare del sole, con il permesso della «big boss» Charlene. Come previsto, ben nove iene si sono presentate all’appello, facendo a turni nel cibarsi e nel controllare che noi e la nostra bellissima Suzuki Jimny non presentassimo un pericolo. Ogni tanto qualcuna spariva nella boscaglia e riappariva qualche minuto dopo, annusando la macchina o studiandoci da lontano. Mi ha sorpreso come rispettavano le gerarchie sociali nel cibarsi e come erano silenziose e pazienti nell’attesa del proprio turno. Sono animali molto curiosi ma allo stesso tempo sempre sull’attenti, e trovarmi così vicino a loro mi ha permesso di entrare un pochettino nel loro mondo ambiguo ed apprezzarne la natura.

Sono molto grato e contento di aver visto almeno una volta in azione l’animale che sto studiando, e spero che capiterà ancora!

Alla prossima!


Hallo zusammen!

Seit meiner Ankunft in Südafrika sind nun schon drei Wochen vergangen. Das Wetter wird immer trockener, und die Temperaturen steigen auf fast 40°C, aber zum Glück kühlt es abends schnell ab und ist sehr angenehm.

Was die Suche nach Evidenzen für das Jagd- und Fressverhalten der Hyänen betrifft, geht es weiter wie von Anfang an: Manchmal finde ich Beutekadaver, manchmal nicht. Es gibt auch sehr befriedigende Tage, wie zum Beispiel am Donnerstag, dem 25. Januar. An diesem Tag besuchten wir (also mein ständiger Begleiter Heston und ich) wie üblich die Orte, an denen sich in den Nächten zuvor Hyänen-Gruppen gebildet hatten, wie aus den GPS-Daten am Computer ersichtlich war. Eine dieser Ansammlungen lag nur wenige Meter von einer Binnenstrasse im Park entfernt und war mit dem Jeep leicht zu erreichen. Bei der Ankunft sahen wir sofort den toten Körper eines imposanten Büffels im Busch. Als wir uns näherten, um zu versuchen, das Geschehen zu rekonstruieren, stellten wir ungläubig fest, dass es sich bei dem, was wir für den Körper eines Büffels hielten, in Wirklichkeit um zwei Büffel handelte, die sich gegenseitig mit ihren Hörnern aufgespiesst hatten und ineinander verkeilt waren! Höchstwahrscheinlich hatten die beiden Tiere um ihr Territorium gekämpft, und dabei hätten zwei Dinge passiert sein können: Entweder töteten sie sich gegenseitig, und dann kamen die Hyänen, die den Geruch der Tierkadaver witterten, oder sie hatten sich ineinander verhebelt und konnten sich nicht gegen die Hyänen wehren, die die Gelegenheit nutzten und begannen, sie von hinten zu zerfleischen. Leider ist es schwierig, genau festzustellen, was tatsächlich passiert ist. Wir waren sicher, dass die Hyänen am Abend zurückkommen würden, um die Mahlzeit zu beenden (die Büffel des Parks können bis zu 750 kg wiegen, Sie können sich also vorstellen, wie viel Fleisch und Knochen es wegzuputzen gab…), also wollten wir uns die Chance, sie live zu sehen, nicht entgehen lassen und kehrten beim Eindunkeln zum Tatort zurück, mit der Erlaubnis von «Big Boss» Charlene. Wie erwartet, tauchten sage und schreibe neun Hyänen auf, wechselten sich beim Fressen ab und kontrollierten immer wieder, ob wir und unser schöner Suzuki Jimny keine Gefahr darstellten. Ab und zu verschwand eine von ihnen im Busch und tauchte ein paar Minuten später wieder auf, um das Auto zu beschnuppern oder uns aus der Ferne zu beobachten. Ich war überrascht, wie sehr sie sich beim Fressen an soziale Hierarchien hielten, und wie ruhig und geduldig sie warteten, bis sie an der Reihe waren. Hyänen sind sehr neugierige Tiere, aber gleichzeitig immer auf der Hut, und die Nähe zu ihnen ermöglichte es mir, ein wenig in ihre mysteriöse Welt einzutauchen und sie zu bewundern.

Ich bin sehr dankbar und glücklich, dass ich das Tier, das ich studiere, in Aktion gesehen zu haben, und ich hoffe, dass ich das erneut erleben darf!

Bis zum nächsten Mal, ciao

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  • La mia prima cacca/Mein erster Hyänenkot
    La mia prima cacca/Mein erster Hyänenkot
  • La mia prima carcassa (alcelafo)/Mein erster Tierkadaver (Kuhantilope)
    La mia prima carcassa (alcelafo)/Mein erster Tierkadaver (Kuhantilope)
  • Tana di iena/Hyänenhöle
    Tana di iena/Hyänenhöle
  • Il mio nemico/Mein Feind
    Il mio nemico/Mein Feind

Ciao a tutti! Finalmente, dopo 17 ore di volo da Milano e 9 ore di macchina con la Suzuki Jimny che ho potuto noleggiare grazie al vostro aiuto, sono arrivato in Sudafrica ed ho subito messo piede sul campo alla ricerca di cacca di iena e carcasse animali! Nel parco sono stato raggiunto dal mio supervisor di Cape Town, prof Frans Radloff, così come dal Dr Craig Tambling dell’università di Fort Hare e il post-doc Vincent Naude (questi ultimi mi danno una grande mano con la statistica), dall’assistente di ricerca Heston McCabe e l’ecologista regionale Dr Charlene Bissett. Sul campo mi muovo da solo in macchina e a piedi con Heston e una scorta armata. Finora ho trovato una trentina di escrementi, mentre per quanto riguarda le carcasse la storia è più complicata: le iene non lasciano praticamente avanzi (solo qualche pelo, pezzo di osso, corno o zoccolo) e spesso è dunque difficile stabilire l’identità della preda. Finora ho trovato 5 «scene del crimine», ma solo in due di queste sono riuscito ad identificare la vittima con certezza, ovvero un alcelafo e, rispettivamente, un tragelafo. Il primo grazie al teschio lasciato intatto e il secondo grazie alla presenza sul luogo del delitto di uno dei due corni che lo caratterizzano, non ingerito dalle iene. Tra un’uscita sul campo e un’altra mi occupo di analizzare i peli contenuti nelle cacche trovate per avere una visione più ampia della dieta di questi predatori.

Il clima è estivo, molto simile alle nostre estati in Ticino, e ogni tanto piove. Il mio piccolo bungalow nel parco è confortevole, ma devo sempre chiudere porta e finestre per evitare che le scimmie (cercopitechi verdi) mi rubino il cibo. Con i miei giri all’interno del parco ho già potuto vedere, tra le altre specie, alcuni elefanti, zebre, kudu, bufali e sciacalli dalla gualdrappa. Non ho ancora avuto modo di vedere le iene perché di giorno riposano nelle loro tane, mentre i leoni si trovano in una regione difficilmente accessibile con la macchina.

Le persone sono molto cordiali, e vicino al mio alloggio si trova un ristorante per i turisti del parco, dove il menu consiste principalmente in piatti molto buoni di carne.

Restate connessi per i prossimi aggiornamenti! Un caloroso saluto e a presto!


Sali zäme! Endlich bin ich nach 17 Stunden Flug ab Mailand und 9 Stunden Autofahrt im Suzuki Jimny, den ich Dank Eurer Hilfe mieten konnte, in Südafrika angekommen und habe mich sofort auf die Suche nach Hyänenkot und Tierkadavern gemacht! Zuerst wurde ich von meinem Professor in Kapstadt, Frans Radloff, sowie Dr Craig Tambling von der Universität von Fort Hare und dem Post-Doc Vincent Naude (zuständig für meine Statistiken), dem Forschungsassistent des Parks Heston McCabe, und die Regionale Verantwortliche für die Nationalparks Dr Charlene Bissett begleitet. Mittlerweilen fahre ich alleine los, begleitet von Heston und einer bewaffneten Eskorte.

Bisher habe ich etwa 30 Exkremente gefunden, aber bei den Kadavern ist die Sache komplizierter: Hyänen hinterlassen kaum Hinterlassenschaften (nur ein paar Haare, Knochenstücke, Horn oder Hufe), so dass es oft schwierig ist, die Identität der Beute festzustellen. Bisher habe ich fünf «Tatorte» gefunden, aber nur in zwei Fällen konnte ich das Opfer mit Sicherheit identifizieren, nämlich eine Kuhantilope bzw. eine Schirrantilope. Erstere dank des intakten Schädels und letztere dank eines ihrer beiden Hörner am Tatort, das nicht von den Hyänen gefressen wurde. Zwischen den Exkursionen bin ich damit beschäftigt, die Haare in den gefundenen Exkremente zu analysieren, um einen besseren Überblick über die Ernährung dieser Raubtiere zu erhalten.

Das Wetter ist sommerlich warm, wie im Hochsommer im Tessin, und es regnet manchmal. Mein kleiner Bungalow im Addo Elephant National Park ist gemütlich, aber ich muss immer alles abschliessen, damit die Affen (Südliche Grünmeerkatzen) mir nicht das Essen klauen. Bei meinen Fahrten habe ich unter anderem schon einige Elefanten, Zebras, Kudus, Wasserbüffeln, Warzenschweine und Schabrackenschakalen gesehen. Tüpfelhyänen habe ich noch nicht gesehen, da sie tagsüber in ihren unterirdischen Höhlen ruhen, während Löwen eher in Gebieten unterwegs sind, die mit dem Auto nur schwer zu erreichen sind.

Die Menschen sind sehr nett. In der Nähe von meinem Bungalow ist ein Restaurant für die Safari-Touristen. Das essen besteht vor allem aus Grillfleisch. Es ist gut!

Bleibt dran für zukünftige Updates! Einen herzlichen Gruss und bis bald!

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Ciao a tutti, il countdown per il mio viaggio in Sudafrica è iniziato, e quest’avventura sarà possibile grazie al caloroso sostegno che mi avete dato voi! Ci tengo a ringraziarvi di cuore per il vostro inestimabile aiuto e, siccome è passato un po’ di tempo dalla chiusura della mia raccolta fondi, ecco un primo aggiornamento sui progressi del mio progetto.

Il mio arrivo all’Addo Elephant National Park è previsto per il 7 di gennaio, ma nel frattempo mi sono e mi sto tuttora «allenando» in modo da arrivare in Sudafrica il più pronto possibile. Negli ultimi mesi ho già cominciato ad analizzare i dati satellitari forniti dai collari delle iene e dei leoni di Addo per studiarne i movimenti in diretta. In questo modo mi sono potuto fare una prima idea sulle aree occupate da questi animali e sulle localizzazioni di potenziali carcasse. Inoltre, dato che dovrò anche raccogliere lo sterco delle iene e analizzare i peli non digeriti delle prede contenuti in esso, ho provato a simulare qui in Ticino la metodologia che utilizzerò in Sudafrica. A tale scopo il museo di storia naturale di Basilea mi ha gentilmente donato alcuni ciuffi di peli provenienti da una decina delle loro specie animali imbalsamate che in natura sono presenti nell’Addo Elephant National Park. La Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona, invece, mi ha messo a disposizione tutto il materiale necessario per l’analisi microscopica di questi peli. Grazie a questi due enti dunque mi sono potuto esercitare sulla tecnica per l’identificazione delle prede sulla base delle caratteristiche microscopiche dei loro peli. Così facendo spero di essere più efficiente una volta giunto sul campo.

Per il momento è tutto, il prossimo aggiornamento giungerà direttamente dal Sudafrica, quindi restate connessi! Buon Natale a tutti e buon anno nuovo!


Hallo zusammen,

der Countdown für meine Reise nach Südafrika läuft. Dieses Abenteuer ist dank Eurer grosszügigen Unterstützung möglich geworden! Ich möchte Euch allen von ganzem Herzen für Eure unschätzbare Hilfe danken, und da es schon eine Weile her ist, dass meine Spendenaktion abgeschlossen wurde, hier ein erstes Update über die Fortschritte meines Projekts:

Meine Ankunft im Addo Elephant National Park ist für den 7. Januar geplant, aber in der Zwischenzeit habe ich bereits «geübt», um möglichst gut vorbereitet in Südafrika anzukommen. In den letzten Monaten habe ich damit begonnen, die Bewegung der Hyänen und Löwen in Addo zu analysieren. Dazu studierte ich die GPS-Daten der Halsbänder dieser Tiere, die mir regelmässig aus dem Park geliefert werden. Auf diese Weise konnte ich mir einen ersten Überblick über die von ihnen bewohnten Gebiete und die Standorte möglicher Beutekadaver verschaffen.

Da ich vor Ort auch den Kot der Hyänen sammeln und die darin enthaltenen unverdauten Beutehaare analysieren werde, habe ich versucht, hier im Tessin die Methodik zu simulieren, die ich in Südafrika anwenden werde. Zu diesem Zweck hat mir das Naturhistorische Museum Basel freundlicherweise einige Haarbüschel von einem Dutzend ausgestopfter Tierarten, die in freier Wildbahn im Addo Elephant National Park vorkommen, zur Verfügung gestellt. Die Scuola Cantonale di Commercio (Handelsgymnasium) in Bellinzona wiederum überliess mir das nötige Material für die mikroskopische Analyse dieser Haare.

Dank dieser beiden Insitutionen konnte ich mich also mit der Technik der Identifizierung von Beutetieren anhand mikroskopischer Merkmale ihrer Haare vertraut machen. Ich hoffe, dass ich dank dieser Vorbereitung meine künftige Feldarbeit möglichst effizient durchführen kann.

Das war’s für den Moment, das nächste Update kommt direkt aus Südafrika, also bleiben Sie dran!

Bis dann: Von Herzen frohe Weihnachten und einen guten Rutsch ins Neue Jahr!