Il perché del mio progetto
Lavoro sull’idea che l’uomo ha della centralità del territorio in relazione alla sua esistenza. Il concetto è intrinseco nel titolo, la ricerca infinita dell’uomo nel definirsi importante o meno a seconda del luogo che abita. Un luogo che non esiste, se non nella mente, che non è mai abbastanza a nord o a sud. Viviamo il provincialismo pensando di condurre vite al centro di qualcosa che sembra essere importante ma sfugge la reale visione di quello che ci circonda.
La motivazione della ricerca
Sono interessato a una ricerca del familiare e di ciò che sembra essere comune, uso il territorio come mezzo di indagine per rappresentare aspetti della vita umana che si riflettano in modo globale. Credo nella relazione tra l’uomo e l’espressione che esso manifesta attraverso la pianificazione e la gestione degli spazi dove decide di insediarsi. L’analisi di questa relazione, anche se circoscritta a realtà periferiche, si riflette automaticamente a livello globale dato che gli studi sull’uomo e i suoi comportamenti sono trasportabili e confrontabili nel tempo e nei luoghi.
Indagine e rispetto
Indagare gli elementi visivi presenti sul territorio ci svela lo stato dell’uomo, i suoi intenti, la cura e l’attenzione o l’indifferenza, ciò che interessa nella fase contemporanea della storia umana. Il mio approccio lavorativo parte da un profondo rispetto per il visibile, il mio scopo è osservare meticolosamente e ritrarre con la massima chiarezza possibile.
Il visibile e l’invisibile
Cerco una via per rappresentare una realtà empirica che rifletta in me una reazione intima, un processo di chiarificazione tra le circostanze esistenti, evitando l’evidente presenza come autore nelle fotografie. Sono convinto che l’arte nelle fotografie inizia dove il visibile entra in contatto con l’invisibile. Per ricercare questo concetto utilizzo quello che è definito lo stile documentario che ha come caratteristica di essere il punto di intersezione tra l’immagine documento, che seleziona il visibile, e la simultanea resa artistica che eleva i pensieri sopra un contesto empirico.
Come utilizzerò il tuo contributo
Lavoro con una strumentazione tecnica che mi permette di relazionarmi con il soggetto (paesaggio) in modo lento e riflessivo. Un apparecchio fotografico di grande formato, 20x25cm, montato su cavalletto obbliga ad un approccio metodico e concentrato, una performance, un’installazione da ripetere rigorosamente ogni volta che incontro il soggetto della mia ricerca. Generalmente i miei progetti hanno un tempo di realizzazione molto lungo, fino a cinque anni di lavoro, ma grazie al contributo di chi vorrà sostenere questa ricerca avrò la possibilità di acquistare il quantitativo di pellicola utile per tutta la durata del progetto. Quindi in conclusione, ti ringrazio veramente tanto per aver letto fino a qui le mie motivazioni, hai dimostrato pazienza e forse anche un po’ di masochismo. Prometto di tenerti aggiornato nel corso del progetto!